Dito a scatto

Il sintomo più evidente di questa condizione è quello per cui è conosciuta la patologia, ossia lo “scatto”. A causa di un rigonfiamento in un punto specifico nella guaina tendinea della puleggia, il tendine ha sempre maggiore difficoltà a scorrere. Quando attraversa l’area ristretta, il tendine è schiacciato e questo produce dolore. Se questa condizione viene protratta, oltre al dolore il paziente noterà un vero e proprio impedimento meccanico allo scorrere del tendine che non trovando sufficiente spazio tenderà a bloccarsi per poi scorrere improvvisamente producendo un movimento “a scatto”. In alcuni casi il tendine si blocca nel movimento di flessione e il paziente ha molta difficoltà a farlo tornare alla posizione di partenza. Nei casi più avanzati il dolore è presente non solo al movimento ma anche alla palpazione, e in condizioni acute il paziente avverte sintomatologia algica anche con il dito a riposo.

Le cause sono ancora oggi molto dubbie, sicuramente sono noti fattori di rischio come:

  • Subire microtraumi ripetuti nel tempo.
  • Effettuare professioni in cui si eseguono lavori manuali per molte ore al giorno come il manovale, l’elettricista, il cuoco, il massaggiatore, pasticcere, idraulico, ma anche chi lavora molte ore al pc.
  • Presenza di patologie come: artrite reumatoide, artrite psoriasica, diabete, gotta ecc..
  • Età superiore ai 30 anni

Il ciclo fisioterapico per questa patologia è costituito dall’integrazione di tecniche di terapia manuale, mezzi fisici ad alta tecnologia, esercizi specifici e ortesi.

I device più utilizzati per questa condizione sono:

  • Tecarterapia: si tratta di un dispositivo che emette onde elettromagnetiche ad alta frequenza
  • Ipertermia: utilizza onde elettromagnetiche a una frequenza ben precisa. Trasmette calore endogeno, dando maggiore specificità al trattamento poiché il terapista può scegliere la profondità e la temperatura con cui stimolare il tessuto bersaglio.
  • Ultrasuoni: come suggerisce il nome, gli ultrasuoni stimolano il tessuto mediante l’utilizzo di onde acustiche.
  • Laser ad alta potenza: questo dispositivo stimola il tessuto mediante l’utilizzo di onde luminose ad alta potenza.

Gli esercizi specifici hanno l’obbiettivo di migliorare l’equilibrio di forza muscolare, alcuni esercizi riguardano l’allungamento dei tessuti mentre altri riguardano il rinforzo di alcuni gruppi muscolare che risultano troppo deboli. Di solito il fisioterapista consiglia al paziente anche delle posizioni specifiche da adottare a casa e dei comportamenti da evitare, che potrebbero esacerbare la propria condizione.

Normalmente per questo tipo di condizione si prescrivono cicli da dieci sedute a cadenza bisettimanale, in alcuni casi i fisioterapisti consigliano al paziente di effettuare tre sedute a settimana per le prime due settimane e poi procedere con una frequenza bisettimanale.