Distorsione Tibio-Tarsica

E’ la distorsione che più facilmente può riscontrarsi in tutta una serie di sport (beach volley, basket, pallavolo, tennis, calcio, futsal, pallamano ecc) i quali, sollecitando l’articolazione, sottopongono la caviglia ad un super lavoro: salti e quindi atterraggi, cambi di direzione, frenate e ripartenze, superfici non omogenee che quindi richiedono un adattamento continuo. L’articolazione della caviglia e il piede, è un punto che durante lo sport sollecitiamo tantissimo. Quando poi il piede è a contatto con il suolo, come accade nella maggior parte delle circostanze, si aggiunge il peso del corpo.

Se la postura eretta è normale e su un terreno piano, l’equilibrio è garantito. Se invece il corpo subisce delle oscillazioni dovute ai movimenti, alla corsa e al terreno irregolare, il peso corporeo si trasforma in un momento di forza e la situazione diviene precaria dal punto di vista biomeccanico. Il piede e la caviglia, infatti, non sono concepiti per contrastare sollecitazioni significative in supinazione, poiché non è questa la posizione in cui normalmente lavorano. Quando la caviglia è forzata in questo senso, ne deriva spesso un danno ai legamenti laterali.

Le distorsioni di gran lunga più frequenti sono infatti quelle che derivano da una brusca presa di contatto del piede con il suolo, mentre la caviglia è flessa plantarmente e supinata. Peraltro, questa è la sua posizione naturale durante la fase di oscillazione del passo, in cui il piede è sollevato da terra.

Classificazione delle distorsioni tibio-tarsiche:

  • Lesione di I grado: rottura totale o parziale del legamento peroneo astragalico anteriore (PAA)
  • Lesione di II grado: rottura del legamento peroneo astragalico anteriore e del peroneo calcaneare (PAA + PC)
  • Lesione di III grado: rottura del legamento peroneo astragalico anteriore, del peroneo calcaneare e del legamento peroneo astragalico posteriore (PAA + PC + PAP).

Un’ altra classificazione proposta è quella che considera l’elemento temporale e suddivide le lesioni in:

  • Lesioni acute: primo evento distorsivo
  • Lesioni acute su precedenti: episodi distorsivi 6/10 mesi successivi al primo trauma
  • Lesioni inveterate: frequenti episodi distorsivi (lassità croniche)

Prima di proporre un qualsiasi tipo di protocollo riabilitativo è fondamentale non solo una precisa valutazione dell’infortunio e una diagnosi esaustiva, ma anche un test sull’atleta da parte dell’ortopedico per comprendere quale sia il percorso migliore da fare. Una volta ridotto il gonfiore della caviglia, si può anche procedere con un’ecografia per vedere ancor meglio la situazione e scegliere ancor meglio il percorso ottimale. Tuttavia possiamo pensare ad alcune mosse che generalmente si fanno sempre per riportare l’atleta al suo massimo livello di performance.

La prima settimana di recupero è quella in cui il dolore del paziente può essere molto elevato e dunque si deve lavorare tenendone conto. Dopo aver escluso microfratture tramite Rx o visita ortopedica, si può procedere abbinando ghiaccio e Tecar terapia. Questa combinazione di trattamenti facilita gli esercizi massoterapici e chinesiterapici per il recupero della ROM e l’eventuale rieducazione funzionale. Un altro trattamento ideale è il Kinesio tape, ovvero un bendaggio adesivo elastico con effetto terapeutico bio – meccanico.

La tecnica ha quattro principali effetti fisiologici:

  • Corregge la funzione muscolare ed è efficace nel ripristinare la giusta tensione muscolare:
  • Aumenta la circolazione del sangue / linfa
  • Riduce il dolore.
  • Assiste nella correzione di allineamento dell’articolazione.